Gian Marco Montesano

Gian Marco Montesano

Montesano Nasce a Torino. Studi Salesiani. Poi soldato sulle montagne del Trentino. Dal 1970 milita in Potere Operaio poi, dopo i primi giorni di giugno del 1973, in “Autonomia Operaia”. Essendosi in precedenza trasferito a Parigi per frequentare l’Ecole Nationale des Beaux Arts, fece parte dell’ “Ufficio Internazionale“ di Potere Operaio. A Parigi, con alcuni normaliens, tra i quali Yann Moulier-Boutang, de l’Ecole de la rue d’Ulm, costituì il gruppo di studi “Matériaux pour l’intervention”, diventato poi “Camarade”, un gruppo politico strettamente collegato alle Tesi di Potere Operaio. Nel settembre del 1977 organizzò con Gilles Deleuze e Felix Guattari l’adesione e la partecipazione degli “intellettuali francesi” alle giornate di Bologna. Fin dalla preparazione parigina Montesano si scontrò, considerandola infiltrata, con Maria Antonietta Macciocchi (in quel tempo ancora militante del PCI) la quale ebbe modo di confermare la vera natura della sua improvvisa comparsa nel “movimento” riducendo l’impegno dei francesi ad una “trasferta“ degli intellettuali da lei stessa organizzata. Una sorta di ponte, simile alle merendine di Zangheri, lanciato dalla parte “intelligente” del PCI verso l’Autonomia. Dopo il diluvio, dal 1982 collabora con Andromeda. Infine, ricordandosi delle proprie vocazioni, Montesano riprende la Pittura e il Teatro, due percorsi che conducono all’arte (messa da parte) del lavorare senza far niente. Si considera fortunato perché è sempre stato padrone del proprio tempo (mondano). Perché quasi tutti gli hanno offerto amicizia. Perché non ha figli per i quali doversi preoccupare e, soprattutto, per aver sempre trovato accanto a sé Thèrese Indjidjian, una donna, sua moglie che, senza nulla chiedere, lo ha sostenuto nella buona e nella cattiva sorte.
Religione e sovversione
Gian Marco Montesano
Il Teatro
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Con la testa in cielo e i piedi per terra
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